giovedì 9 settembre 2010

UN'ESTATE AL MARE ovvero Quando d'estate è meglio andare al mare che al cinema

Affannati dal caldo? Cosa c’è di meglio che sottoporsi a una terapia di battutacce e doppi sensi dell’ultimo film dei fratelli Vanzina per rabbrividire?!


“Un’estate al mare” è la risposta a ogni vostra più sordida voglia di basso umorismo. Ottimo lo sfondo estivo per proporre le ragazze scollacciate, che da sempre infarciscono le pellicole dei Vanzina. Almeno questa volta i fratelli della nuova commedia italiana non devono ingegnarsi nell’architettare improbabili escamotage per far scosciare le ragazze, la spiaggia, infatti, fa da sola il suo corso. Il film, che si propone come risposta estiva alle “vacanze di natale”, con il tentativo di raddoppiare l’appuntamento, riscalda al microonde vecchie battute e sketch ormai blasonati, dando vita a una serie di scenette brevi, tipiche dei film a episodi, ricche di personaggi cialtroni e cornuti. C’è Lino Banfi, che pare tratto direttamente da “Pappa e Ciccia”, mentre cerca di farsi credere ricco “affittando” l’abbondante Victoria Silvestedt come vistosa compagna da esibire ad amici e parenti; Ezio Greggio con il super lassativo da somministrare alla moglie per trascorrere le vacanze libero dall’invasiva consorte, Enzo Salvi con la suoneria del telefonino fatta di peti, Biagio Izzo che si finge gay per accaparrarsi la clientela femminile. Nel cast televisivo presenti anche Enrico Brignano, Nancy Brilli, Anna Falchi, Massimo Ceccherini e Alena Seredova.

Insomma un vero film tributo alla comicità anni ottanta, con tanto di Giuni Russo in colonna sonora. L’unico che fa divertire è Gigi Proietti, che riempie con qualche battuta i raccordi tra una scenetta e l’altra.

Paragonare il film ai capolavori della commedia all’italiana di Steno e Risi, come alcuni hanno scritto, pare perlomeno fuori luogo. Altrettanto fuori luogo però è gridare alla sfacelo del cinema italiano. È, semplicemente, il filmetto che ci si poteva aspettare, con laconiche risate e qualche sbadiglio.

La sfida di portare il pubblico italiano nelle sale d’estate è ardua, ma se risulterà vinta darà addito all’interminabile sfilza di sequel. Tra i possibili: “Estate alle Maldive”, “Estate ai Caraibi” (magari con annessi i pirati), “Estate in Valsugana”, e via all’infinito con “Estate… sull’Himalaya, Estate alle pendici del Kilimangiaro”, e ancora, “Estate a Brugherio”, e per finire “Estate a Casal Borsetti” con tanto di partita a bocce (uno splendido spunto per facili doppi sensi). Tutto sommato il titolo di questo primo, e ci auguriamo ultimo cine-cocomero, “Un’estate al mare”, è già in sé un doppio senso, contenente un consiglio subliminale: meglio andare al mare, veramente.

UMORISMO INVOLONTARIO

RANCORE SUSCITATO


EFFETTI SPECIALI BECERI

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