giovedì 9 settembre 2010

LA FIDANZATA DI PAPÀ ovvero Comicità al minimo storico


Dopo aver sbattuto la porta in faccia a Neri Parenti e Christian De Sica, perché “scaduti nella volgarità”, il paladino dell’arte comica Massimo Boldi torna al cinema con “La fidanzata di papà”. La scoppiettante ironia e la battuta vezzosa non sono mai state alla base del cinema del tozzo comico lombardo, noto, al contrario, per essere un po’ volgarotto. Dopo le dichiarazioni di Boldi, però, che sottolineavano come lui, in prima persona, si fosse preoccupato di dare contegno alla pellicola, epurandone le scene più volgari, qualche ingenuo si era forse fatto persuaso di un cambiamento (?). Inutile dirsi che il compito del censore era quantomeno imponente. Rimane inimmaginabile cosa potesse nascondersi nelle scene scartate da un pellicola intrisa di doppi sensi imbarazzanti, botte nei testicoli, e una terrificante scena di nudo con Massimo Boldi come mamma l’ha fatto. Forse il fiscalissimo comico ha tagliato le inquadrature dove apparivano le sue vergogne? Ma ha drammaticamente lasciato il resto. Su una trama superflua e raffazzonata, fatta di equivoci e litigi, sono incollati sketch vecchi e stantii con comici ripescati dalla peggior televisione (dalla conduttrice Simona Ventura, ai pessimi Enzo Salvi, Biagio Izzo en travesti con tanto di parrucca, Nino Frassica in smunto rispolvero, Teresa Mannino e i redivivi Fichi d’India). Lo sfondo di Miami, inoltre, dona quel po’ di cialtroneria in più, di cui, francamente, si sentiva proprio la mancanza. Ma come fare un cine-panettone senza un po’ di “carnaza”? La materia prima è fornita da Natalia Bush, Elisabetta Canalis e un nugolo di anonime siliconofile. Le varie battutacce non riescono nemmeno ad inserirsi in un contesto narrativo omogeneo, ma appaiono come tanti frammenti sconclusionati e svincolati l’uno dall’altro. Più che un film risulta una sorta di zapping televisivo tra sketch alla Zelig, in cui la battuta è talmente prevedibile da risultare quasi offensiva.


La pellicola, oltre a scandire un ulteriore gradino verso l’abisso del cinema nostrano, segna anche un terrificante traguardo verso appiattimento dell’encefalogramma del nostro stivale. Infatti il film, anziché far finire sul lastrico produttori e attori (come avrebbero meritato da tempo) ha già incassato oltre 6.000.000 euro. Tratto da una storia vera, la nostra.

UMORISMO INVOLONTARIO

RANCORE SUSCITATO


EFFETTI SPECIALI BECERI

Nessun commento:

Posta un commento