mercoledì 17 novembre 2010

DEVIL ovvero Il diavolo odia fare le scale


Non si può non voler bene al regista M. Night Shyamalan. Quest’uomo ha la sbalorditiva capacità di non azzeccarne mai una. Mica semplice, ci vuole talento. Tutto quello che tocca si trasforma in schifezza: da Signs a The Village fino a The Happening – E venne il giorno, non c’è lavoro dello sceneggiatore indiano che abbia un verso. Ogni volta sembra quasi che lo faccia apposta a incasinare il copione per rendere la storia sempre più bislacca. E alla fine si esce dal cinema un po’ frastornati, sbronzi del nulla, a chiedersi come sia possibile buttare via così 7 euro.

Quasi spiace ammetterlo ma forse con Devil qualcosa è cambiato. Devil infatti è SOLO bruttino, non sembra quasi un’idea di Shyamalan. A questo giro il nostro ha studiato, si è sbattuto, si è evoluto. Ha addirittura messo in piedi una storia comprensibile, l’ha girata al regista John Erick Dowdle che ha saputo dare ai fatti un certo ritmo fino alla fine. Dove però, inesorabile, viene fuori il tocco di Shyamalan. E a quel punto scende subito la notte.

Dunque siamo a Philadelphia. Cinque reietti – una guardia giurata con più precedenti penali di Totò Cuffaro, la solita gnocca moderatamente svestita, una vecchia isterica e cleptomane, un odioso impresario, un ex marine dall’oscuro passato spedito in Afghanistan – entrano in un grattacielo e, caso vuole, si ritrovano in’ascensore. Tutti dentro, si sale. Senonché dopo qualche piano qualcosa va storto, i poveracci rimangono bloccati all’interno e finiscono non si sa come nelle mani del diavolo. Il quale si diverte come un matto a combinarne d’ogni, a sfasciare i vetri dell’ascensore, a far saltare la luce e – ovviamente – ad ammazzare a turno gli sventurati dopo averli messi l’uno contro l’altro.

Ognuno ha qualcosa da nascondere e uno di loro non è ciò che sembra, o almeno così dice la locandina per convincermi ad andare al cinema. Dopo il consueto bagno di sangue si arriva al finale: chi in passato l’ha fatta troppo grossa dovrà pagare (con gli interessi) per le sue colpe. Otterrà il perdono divino?
Il colpo di scena non salva lo spettatore dalla cascata di melassa buonista del finale, macchinoso e sconclusionato. Devil se non altro ha un pregio: dura poco. Il che non guasta di questi tempi, in cui anche Massimo Boldi tira avanti le sue ributtanti commediole per più di due ore. Ma dopo anche questo fallimento non si capisce quali santi abbia Shyamalan per non essere ancora stato interdetto a vita dalla professione. Riprovaci ancora, M. Night.
Luca Fabbri

UMORISMO INVOLONTARIO

RANCORE SUSCITATO

EFFETTI SPECIALI BECERI


2 commenti:

  1. Cazzo, ma con Shymalaian ce l'avete proprio. Certo che anche lui ce l'ha col pubblico in effetti...

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  2. come riprovaci ancora?? sarebbe meglio non ci provasse mai più!

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